La Risonanza Magnetica Cardiaca: ipertrofia ventricolare sinistra.

Bussola per orientarsi fra le diverse cause di ipertrofia.

L’ipertrofia ventricolare sinistra è un problema frequente nella pratica clinica, causato da diverse condizioni patologiche come l’ipertensione arteriosa, la stenosi della valvola aortica, la cardiomiopatia ipertrofica, le malattie d’accumulo. Inoltre l’ipertrofia, spesso associata all’incremento dei volumi delle camere cardiache, può rappresentare una normale risposta ad un esercizio fisico intenso e prolungato nel tempo.

L’ecocardiogramma è sempre la prima indagine da effettuare per definire la presenza, estensione e distribuzione dell’ipertrofia.  Tuttavia, l’ecocardiografia da sola non è sempre in grado di definire la causa che ha portato il miocardico ad ipertrofizzarsi. Inoltre, si tratta di una metodica limitata dalla dipendenza dalla finestra acustica del paziente e da una marcata variabilità interoperatore. Infine l’ecocardiografia non permette la caratterizzazione del tessuto miocardico.

Al contrario, la Risonanza Magnetica Cardiaca (RMC), superando questi limiti, in maniera non invasiva e senza l’utilizzo di radiazioni ionizzanti, studia in maniera dettagliata il cuore caratterizzandone anche i tessuti. La RMC rappresenta infatti il gold standard per la misurazione dei volumi, spessori e massa miocardica. Infatti, a differenza di quanto accade con l’ecocardiografia, la definizione dell’interfaccia sangue-muscolo è molto elevata in RMC e questo permette di effettuare delle misurazioni molto più accurate.  Inoltre, la RMC identifica alterazioni della struttura miocardica distinguendo il tessuto sano dal miocardio interessato da edema, fibrosi o da processi infiltrativi.

Tutto ciò si traduce non soltanto nella maggiore capacità di diagnosi differenziale del fenotipo ipertrofico ma soprattutto in quella di stratificare meglio il rischio potenziale del paziente di andare incontro ad aritmie minacciose per la vita o ad insufficienza cardiaca.

In conclusione, la RMC è una tecnica consigliata in tutti i casi di ipertrofia ventricolare sinistra sia per stabilire la diagnosi che per meglio definire la prognosi del paziente. 

BIBLIOGRAFIA:

Andrea Baggiano, Alberico Del Torto, Marco Guglielmo et al, Role of CMR Mapping Techniques in Cardiac Hypertrophic Phenotype Review Diagnostics (Basel). 2020 Sep 29;10(10):770

Sabrina NordinLuke DancyJames C Moon  et al  Clinical applications of multiparametric CMR in left ventricular hypertrophy Int J Cardiovasc Imaging 2018 Apr;34(4):577-585

risonanza magnetica cardiaca

Immagini ottenute con Risonanza Magnetica Cardiaca in pazienti con ipertrofia ventricolare sinistra. 1) Paziente con amiloidosi cardiaca: alle immagini cine (a sinistra) si osserva ipertrofia concentrica con maggiore coinvolgimento del setto interventricolare; diffuso incremento dei valori di T1 nativo alle sequenze per il T1 mapping (al centro); diffuso late enhancement biventricolare alle sequenze tardive post-contrasto (a destra). 2) Paziente con cardiomiopatia ipertrofica: alle immagini cine (a sinistra) ipertrofia asimmetrica a carico del setto interventricolare; incremento focale dei valori di T1 nativo a livello del setto interventricolare al T1 mapping (al centro); esteso enhancement con pattern non ischemico alle sequenze tardive postcontrasto a carico del setto interventricolare e parete anteriore e muscolo papillare posteromediale (a destra). 3) Paziente con stenosi aortica moderata ed ipertensione arteriosa. Le immagini cine (a sinistra) mostrano ipertrofia ventricolare sinistra simmetrica; nei limiti i valori di T1 nativo al T1 mapping (al centro); non evidente enhancement tardivo alle sequenze post contrasto (a destra).

Dott. Gianluca Pontone, direttore dipartimento imaging cardiovascolare Centro Cardiologico Monzino

Dott. Marco Guglielmo, staff member area imaging cardiovascolare

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