Le radiazioni che curano le “tempeste del cuore”.

Pazienti affetti da CardioMiopatia Ipocinetico Dilatativa complicata da aritmie ventricolari mortali e portatori di un Defibrillatore Impiantabile (ICD) possono andare incontro a  ripetuti “storm aritmici” ( e cioè  il  verificarsi  di  3  o  più  episodi distinti  di  Tachicardia  Ventricolare  (TV)  sostenuta  o  Fibrillazione  Ventricolare (FV)  che  si  verificano  in  un  lasso  di  tempo  di  24  ore ) che portano  il defibrillatore a intervenire frequentemente nonostante le terapie farmacologiche, peggiorando  l’aspettativa e la qualità di vita del paziente.

In questi casi trova promettenti risultati la STAR O  RADIOTERAPIA STEREOTASSICA ABLATIVA PER LE ARITMIE, una procedura innovativa che coniuga cardiologia e radioterapia, quest’ultima impiegata tradizionalmente per la cura dei tumori.

L’IRCCS di Negrar  di Valpolicella (Verona) è il primo centro in Italia per numero di interventi e per aver impiegato in questo trattamento uno speciale corpetto che rende la metodica totalmente non invasiva anche per quanto riguarda la diagnostica. STAR è un’estensione al campo cardiologico della radioterapia stereotassica, già nota come efficace e poco invasiva in oncologia, impiegata correntemente per il trattamento dei tumori primitivi o metastatici, questo tipo di sistema consente l’erogazione di alte dosi direttamente sul tumore con estrema precisione e con un ridotto coinvolgimento dei tessuti sani circostanti.

 Lo stesso meccanismo viene impiegato nelle aree del cuore che scatenano le aritmie le cui cellule, grazie alle radiazioni, subiscono un danneggiamento tale da portarle alla morte generando una cicatrice omogenea che impedisce il formarsi del ritmo anomalo

Per identificare nel modo più accurato possibile il sito specifico da trattare e salvaguardare il resto del cuore, per la prima volta in Italia sono state utilizzati in questo trattamento esami diagnostici totalmente non invasivi come la risonanza magnetica cardiaca, la PET, la Tc e un innovativo sistema indossabile dallo stesso paziente.

Tecnicamente è un Elettrocardiogramma ma si presenta come un corpetto totalmente coperto da elettrodi. Questo consente dopo esecuzione di Tc e dopo aver indotto la tachicardia ventricolare tramite defibrillatore, di aver un mappaggio tridimensionale completo del muscolo cardiaco all’interno del quale individuare perfettamente la sede da trattare.

La procedura si svolge in un’unica seduta della durata di pochi minuti, nel corso della quale le aree del cuore dove nascono le aritmie vengono colpite da un fascio di radiazioni ionizzanti con precisione millimetrica, creando una cicatrice omogenea tale da interrompere il “cortocircuito” cardiaco.

Il primo studio STAR, condotto su 5 pazienti, è stato pubblicato nel 2017 su New England Journal Medicine. È una tecnica “giovane”, richiede un’elevata esperienza nell’impiego di alte tecnologie sia nel campo radioterapico che cardiologico, rimangono da definire i risultati come pure i rischi ed i possibili effetti indesiderati, sia a breve che a lungo termine.

Per tutti questi motivi sono ancora pochi i centri al mondo ad effettuarla: l’IRCCS di Negrar è quello che registra in Italia la casistica più alta con tre pazienti finora trattati ed è l’unico ospedale ad effettuare un trattamento totalmente non invasivo, anche per quanto riguarda la parte diagnostica, grazie all’utilizzo dello speciale elettrocardiogramma indossabile dal paziente come un corpetto.

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